Gli orientamenti pastorali per il prossimo futuro della nostra chiesa diocesana
A cura di Caterina tani, presidente parrocchiale dell’AC di Orzignano
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Il Convegno Ecclesiale Diocesano e “una chiesa povera per i poveri”
È stata affidata al cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, la relazione principale del convegno diocesano presieduto dal nostro Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, che si è svolto sabato 1° ottobre nella Cattedrale di Pisa.
Il tema trattato, Una Chiesa povera per i poveri, caro a Papa Francesco, ha lasciato negli ascoltatori spunti e riflessioni importanti.
“La Chiesa, riprenda dunque il suo nome che è SINODO” ha sottolineato più volte il cardinale. “ Chiesa e sinodo sono sinonimi, è il camminare insieme incontro a Gesù che viene. Come? Includendo e trovando cammini nuovi perché la dimensione relazionale è fondamentale”.
Guardare a Dio che è Amore. Un Dio che si è fatto piccolo per entrare nelle nostre povertà. Ecco il punto centrale della sinodalità, farsi piccoli di fronte agli altri. Se saremo in grado di sperimentare “fedeltà alla Parola, alla comunità, all’Eucarestia e fedeltà nella preghiera, come le prime comunità cristiane, allora potremo prevedere una chiesa con una forza trasformatrice.” Una chiesa di fratelli e sorelle in cui il ministero è un servizio, in cui non ci sono caste, gerarchie che stabiliscono superiorità tra ministri e popolo di Dio in quanto siamo membra di un unico Corpo (Cristo).
Il card. Joao Braz de Aviz nella sua riflessione ci ha invitato più volte a non avere paura e incalzato con interrogativi stringenti. “Vogliamo seguire Gesù? Allora dobbiamo cambiare! Ed è un cammino che a tratti potrà essere anche doloroso, ma solo seguendo Gesù possiamo sanare le nostre ferite”. Un riformare che sia un ritorno alla forma di Gesù, al suo stile quando ci comunica la vita di Dio e la incarna in noi”. Tornare all’Essenziale.
Non sono mancate da parte del cardinale parole di apprezzamento per il cammino della nostra diocesi. “È evidente, -ha affermato- che la nota di attualizzazione del piano pastorale diocesano per l’anno 2016-2017 propone passi molto concreti che fanno pensare ad un cammino già iniziato, già, in un certo senso “lavorato” e fatto proprio dalla comunità e per questo non posso che augurarvi di continuare a camminare in questo modo.”
«Una Chiesa che annuncia il mistero di Cristo»: la nota pastorale un po’ più da vicino…
Il nostro anno pastorale 2016-17 sarà dedicato all’annuncio. “Icona di riferimento –spiega mons. Benotto- sarà il Campanile del Duomo, quale segno di una Chiesa chiamata a significare la presenza di Dio nel mondo e ad annunciare il mistero di Cristo.” Contenuto e riferimento costante dell’azione pastorale, la Parola di Dio. Parola da ascoltare, da pregare, da annunciare e da tradurre in opere di carità.
Necessità ed urgenze della nostra Chiesa:
Conversione missionaria, intesa come “ritorno al contenuto essenziale del cristianesimo come incontro con Gesù che deve dilatarsi nell’incontro con i fratelli secondo la dinamica dell’attrazione, entrando come testimonianza viva negli ambienti della vita personale e sociale.”
Attenzione alla condizione degli ascoltatori perché “una Chiesa superba che non sa ascoltare non riesce neppure a trovare il modo giusto per presentare il vangelo ai fratelli” che si traduce in “prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare…”
Fare un discernimento comunitario a partire da quelle che il Papa chiama “tentazioni” degli operatori pastorali affinchè l’annuncio non venga azzerato da cristiani e comunità che non vivono secondo il Vangelo.
Evangelizzare. Cammini di avvicinamento al Signore e alla Chiesa rivolti a tutti come le “Dieci Parole” saranno offerti da parte della Diocesi così come sono esempi di esperienze significative le proposte di servizio alla carità come le Mense dei poveri, la Cittadella o Emporio della Solidarietà, la Caritas Diocesana e quella vicariale e parrocchiale o come le Conferenze di San Vincenzo e le Misericordie.
La Chiesa come ospedale da campo, con la duttilità di affrontare le varie difficoltà senza rifiutare nessuno, sapendo accompagnare chi si trova in situazioni più gravi e difficili.
Mettere al centro la Parola di Dio. Rilanciare lo sviluppo e la nascita di Centri di Ascolto della Parola, dare nuovo sviluppo alla catechesi degli adulti, tentare nuove strade, uscire dai contesti abituali per rilanciare la gioia del Vangelo. Sarà proposto in questo anno un appuntamento mensile con la Lectio Divina per giovani-adulti sugli Atti degli Apostoli.
Sinodalità che si manifesta in una fattiva, cordiale e concreta corresponsabilità dei fedeli laici con i presbiteri. In concreto si tratta di far funzionare davvero gli strumenti della partecipazione ecclesiale: i Consigli pastorali parrocchiali, di Unità pastorale e di Vicariato nonché i Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici.
La formazione dei nuovi “annunciatori”: catechisti, animatori, operatori pastorali. A tal proposito il nostro Arcivescovo cita l’offerta formativa della Scuola di Formazione Teologica Pastorale, uno strumento importante per la crescita spirituale e sociale dei fedeli.
Conversione pastorale delle strutture, ovvero un adeguamento dei mezzi ai fini che il Vangelo ci indica. Il Vangelo dovrà essere la regola fondamentale per operare il necessario discernimento, per capire ciò che deve essere conservato, ciò che deve essere trasformato e anche ciò di cui è doveroso disfarci. ( cfr EG 26.27.28.30)
Inoltre, fra i punti della Evangelii gaudium che il nostro Arcivescovo ritiene prioritari per orientare le scelte pastorali diocesane troviamo: la famiglia (va accolta e accompagnata), il mondo della cultura, gli stranieri, gli immigrati e i poveri, il catecumenato degli adulti.
Più volte lo stesso Benotto, sottolinea l’importanza della sinodalità che ha caratterizzato le indicazioni pastorali di questa Nota. “Infatti, -afferma- se queste riflessioni sono il risultato di un lavoro di discernimento comunitario per diventare operative devono essere accolte da tutti i membri della nostra Chiesa e fatte proprie da ciascuno così che possano incarnarsi in scelte comunitarie nelle parrocchie, nei gruppi, nelle associazioni e nei movimenti presenti in diocesi”.
Noi dell’Azione Cattolica siamo pronti ad assicurare il nostro contributo affinchè si possano realizzare queste indicazioni.