ALLA SEQUELA: Nara Giannessi

ALLA SEQUELA: TESTIMONI NELLA CHIESA E IN AC

Prosegue la rubrica che abbiamo voluto dedicare a coloro che nella nostra Associazione e per le nostre vite sono stati dono e testimonianza di fede sincera. Ad un anno dalla sua scomparsa, ricordiamo Nara Giannessi tramite le parole dei suoi co-parrocchiani di San Pio X in Pisa.

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IN RICORDO DI NARA

ALLA SEQUELA: Nara Giannessi

Il 27 ottobre 2015, all’età di 89 anni, si è spenta Nara Giannessi. La sua perdita lascia un grande vuoto in tutti quelli che l’hanno conosciuta, amata o anche solo incontrata. La sua vita è stata molto intensa e sempre dedicata al servizio per gli altri, per i quali aveva una spiccata sensibilità e capacità di scoprirne i bisogni. Questa cosa si evidenziava particolarmente con le persone sole e con quelle dal carattere un po’ difficile: per ciascuna di esse aveva un saluto cordiale, un invito a pranzo, un consiglio, attraverso i quali entrava direttamente nel loro cuore. Fin dalla giovane età ha sempre fatto parte dell’Azione Cattolica (era iscritta alla “Gioventù Femminile”) partecipando attivamente tutte le iniziative diocesane, incontri e riunioni, ma anche organizzando un gruppo di ACR parrocchiale. Per oltre 50 anni è stata membro del C.I.F. (Centro Italiano Femminile, di cui negli anni ’90 ha ricoperto la carica di Presidente Comunale) attraverso il quale ha saputo essere attenta alle problematiche delle donne, in modo particolare verso le più emarginate. Nara ha sempre svolto con passione e competenza la sua professione di insegnante di Educazione Tecnica nella scuola media, ed anche in questo campo era particolarmente sensibile ai ragazzi “problematici”. Ma non lavorava isolata perché aveva un’innata capacità di coinvolgere le persone con cui veniva a contatto (colleghi, alunni, conoscenti) nei progetti di aiuto a queste situazioni di bisogno. Sapeva distribuire gli incarichi con sapienza e delicatezza in modo da rendere tutti partecipi all’impresa. Nel 1986 lasciò l’insegnamento per andare in missione in Burundi. Là, ove le necessità erano enormi, Nara offriva la sua opera di volontariato come insegnante e assistente sociale e sanitaria, sapendo al contempo mantenere il contatto con gli amici italiani: mandava notizie, chiedeva aiuti, riuscendo nuovamente a far sentire in qualche modo partecipi del suo lavoro. Aveva pianificato di rimanere in Burundi per 2 anni, ma dopo circa 6 mesi, fu costretta al rientro a causa della situazione politica che si era fatta molto difficile e pericolosa. Continuò ad occuparsi dei numerosi amici del Burundi direttamente da Pisa avviando una campagna di adozioni a distanza (che tuttora riguarda decine di bambini) coinvolgendo parrocchiani, conoscenti e persino intere classi scolastiche. Organizzò molte attività per raccogliere fondi e riuscì ad inviare vestiario e computers per le scuole e per i ragazzi che ne avessero bisogno per i loro studi. Ebbe modo anche di tornare per altre due brevi visite in quei villaggi: nel 1992 e nel 1995. La sua passione era riuscita ad infonderla ad un gruppo di giovani che poi hanno fatto esperienza di missione proprio in quelle terre a lei care. La casa di Nara era sempre pronta ad accogliere parroci o altre persone provenienti dall’Africa: vi trovavano ospitalità e spesso anche un qualche sostegno economico per la missione. Questa casa nel 1994 accolse persino l’arcivescovo di Gitega, mons. Joachin Ruhuna, ucciso nel 1996 nel contesto delle lotte fra le due etnie tutsi e hutu. Negli ultimi anni la sua vita era scandita soprattutto dalle iniziative da lei promosse per la raccolta fondi per l’Africa: la vendita delle stelle di Natale, le uova benedette per Pasqua, la fiera di beneficenza in giugno e soprattutto l’incontro a fine gennaio con le famiglie con adozioni a distanza. Appuntamenti nel quale impegnava tutte le sue forze, ma ancora una volta non da sola, essendo riuscita a coinvolgere varie persone di ogni età, sesso ed estrazione. Ora gode del giusto riposo, al cospetto di Gesù e di Maria, con cui Nara aveva un legame profondo.

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