Fare nuove tutte le cose. La gioia del Vangelo e l’impegno missionario
La 2giorni del Consiglio Diocesano di AC allargata ai Presidenti parrocchiali è iniziata il sabato pomeriggio con l’intervento di don Tomasz cui sono seguiti interventi e rifl essioni. Domenica i lavoro sono proseguiti in gruppi, alla ricerca dei nodi e delle opportunità presenti nell’AC per la “Gioia dell’Evanelizzazione” chiesta dal Papa al convegno ecclesiale di Firenze ai presenti e a tutta la Chiesa italiana.
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“Non dobbiamo discutere del ruolo dell’Azione Cattolica nella chiesa, ma di cosa deve fare l’AC per e nel mondo”. Ecco una delle esortazioni più forti, perfino un po’ provocatorie, venute dalla relazione di don Tomasz Grzywacz, parroco di Gello e di Rigoli di San Giuliano Terme, che ha aperto la due giorni d’incontro dei membri del consiglio diocesano svoltasi a Vorno il 17 e 18 settembre scorsi.
Il vicario della Valdiserchio ha iniziato da un esame del ruolo del laico nel corso della storia per arrivare a sottolineare la definizione conciliare della Chiesa “soggetto al singolare, come il Popolo di Dio, che si relaziona in verticale con Dio e in orizzontale con il mondo”. Dobbiamo constatare, è stata la premessa, che la Chiesa non è più il mondo (come poteva concepirsi in una dimensione europea precedente all’epoca moderna), ma che esiste al suo esterno una realtà più ampia, con cui è necessario confrontarsi, con cui imparare a mettersi in relazione, a dialogare, a capire dove è il bene, a stimarlo ed apprezzarlo.
In questa dimensione ecclesiologica si pongono i richiami di Papa Francesco. Il primo per una chiesa in uscita, profondamente missionaria: “Sogno una scelta missionaria che sia capace di trasformare ogni cosa” (EG 27).
“Ognuno di voi”, è arrivato ancora forte il richiamo di don Tomasz, “deve rivedere tutto il suo operato in quest’ottica di volontà d’uscita. Voi siete la chiesa in relazione con il mondo, la chiesa che deve essere sacramento di Cristo nella realtà e nella vita quotidiana. La Chiesa che, seguendo l’esempio di Gesù, sa prendere l’iniziativa, che non è in attesa, non è passiva, non aspetta, ma anzi va incontro, accorcia le distanze.”
Il nostro arcivescovo mons. Benotto ripete con insistenza un espressione diversa, ma sostanzialmente simile: l’invito a mettersi in relazione con tutti. Lo facciamo? O ci sono persone che non sono considerate nei nostri progetti pastorali?
Il secondo richiamo che ci fa Papa Francesco, ci è stato ricordato, è al principio teologico del “sensus fidei”, cioè alla realtà per cui il Popolo di Dio sa riconoscere la verità della fede ed orientarsi verso di essa senza sbagliare. “Il sacerdozio ministeriale è uno dei mezzi che Gesù utilizza al servizio del suo popolo, ma la grande dignità viene dal Battesimo, che è accessibile a tutti.” (EG 104). In questa forte corresponsabilità laicale è da considerare anche il ruolo delle donne perché, come scrive sempre il Papa: “ Di fatto, una donna, Maria, è più importante dei vescovi”.
In che direzione, infine, orientare questa corresponsabilità laicale? Nella direzione di “misericordiare”, il neologismo creato da Francesco, che significa avere a cuore la miseria degli altri, riconoscere il nostro essere qui per lavare i piedi dei fratelli, mettendo al primo posto nel nostro cuore i poveri, i malati. Una Chiesa povera per i poveri!
Richiami e consegne che il confronto successivo ha cercato di tradurre in impegni e indicazioni pratiche per il prossimo cammino e soprattutto in vista del rinnovo assembleare, che a partire dal mese di dicembre vedrà tutta l’associazione chiamata ad individuare nuove responsabilità e nuove disponibilità per il triennio 2017-20.
Renato Lemmi, Vicepresidente Settore Adulti