Natale e oltre…

Ogni anno in prossimità del Natale il consiglio diocesano viene ricevuto dall’Arcivescovo per uno scambio di auguri che è anche occasione per verificare l’anno trascorso ed avere indicazioni per il futuro.
Ringraziando il nostro Arcivescovo per l’attenzione e la benevolenza con cui ci guida, vogliamo segnalarvi alcuni spunti di riflessione che ci ha offerto.

Foto 02-02-14 16 13 16 (3) L’associazione vive oggi un tempo favorevole perché, se in passato si è spesso guardato ad essa con sufficienza, “ora sembra di cogliere uno sguardo di attenzione e talvolta di esplicita richiesta”. L’AC appare di nuovo “luogo ecclesiale privilegiato per l’annuncio, per la catechesi, per la formazione spirituale, per la proposta a 360 gradi”. A questo sguardo l’AC non dimentichi mai di rispondere, seppure “per le forze che ci sono e per le possibilità che ciascuno ha”, aiutando le parrocchie che ne facciano richiesta “a rimettersi in gioco con l’ottica della formazione, degli ideali e dell’identità dell’AC”.

• Questa identità è “ancora estremamente valida perché l’AC è l’unica associazione laicale che non si pone in parallelo rispetto alla chiesa me è un qualcosa che dentro la chiesa locale (la sola a poterci unire nell’eucaristia) vive, assume, opera l’azione apostolica ecclesiale”.

• Quando in questo nostro agire sembra che manchino le forze, occorre guardare al vero obiettivo. “Dimentichiamoci i grandi numeri” (in AC ma non solo) e pensiamo agli aderenti “non come ‘diluiti’ e privi di identità nelle parrocchie, ma come presenti col proprio stile: lo stile dell’appartenenza ecclesiale, la gioia di qualcosa che si condivide proprio come chiesa”. Con questo sguardo ci accorgeremo che anche le piccole associazioni sanno “operare in termini missionari all’interno del loro contesto”.

• Al contesto culturale (trasformato e in trasformazione) in cui viviamo bisogna guardare senza un rimpianto del passato che ci impedirebbe di “vedere quelle che sono oggi le possibilità di annuncio e di proposta, diverse da quelle di ieri”. Allo stesso modo, se troviamo “modalità molto più efficaci, fresche e capaci di coinvolgimento, non abbiamo paura a lasciare qualche tradizione per assumere modalità diverse! C’è da rispondere alla cultura e alla realtà ecclesiale e sociale non di ieri ma di oggi”. Un oggi che va conosciuto sempre meglio, per cui “impegniamoci a leggere questa nostra realtà e cerchiamo di risponderle!”.

• Quali obiettivi occorre focalizzare? In primo luogo il “ricreare una rete nel territorio”: aiutare i parroci ad affrontare l’individualismo dilagante, rafforzare l’appartenenza alla parrocchia evitando le migrazioni di fedeli da una comunità all’altra, superare gli attriti tra parrocchie in uno scenario in cambiamento. In queste profonde e rapide trasformazioni l’AC accoglie la sfida: “un’AC che invece sta. Resta anche quando verrebbe voglia di andar via. Questo è il segreto”. Altrimenti “chi è povero diventerà sempre più povero e chi è ricco sempre più ricco”, e questo “non può succedere nella chiesa, perché la comunione è un’altra faccenda!”. L’AC ha così il compito di “dare continuità, rinnovare l’entusiasmo e quindi ricreare rete”. Nella consapevolezza che solo “laddove c’è relazione c’è possibilità di comunione”, l’AC concorra anche alla crescita di collaborazione e stima tra tutti i soggetti della pastorale.

• Una cura particolare va rilanciata per “il tema della preghiera. E’ il tema che fa alzare le orecchie alla gente, fa spalancare gli occhi e mette in moto i cuori”. Un tempo dell’AC si diceva: “preghiera, azione e sacrificio. Non diamo per scontata la preghiera!”.

• Tutti questi suggerimenti alimentano la nostra Speranza. “Siamo in fase di semina. È faticoso, però il Signore benedice il nostro lavoro. Si tratta di crederci, di non aver paura. Ci vuole maggiore spirito di fede, ci vuole il senso dell’apostolato, dell’annuncio”. I risultati già si vedono: la crescita nelle iniziative estive giovanili e l’eco che hanno avuto, la nascita di percorsi parrocchiali significativi, il riavvicinarsi di molti alla preghiera.. Gli altri risultati “li vede il Signore”. Oggi è comunque il tempo giusto: se seminiamo senza paura e in maniera bella e vera, tutti scopriranno il volto del Signore.

Michela Farano

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