Inter Mirifica: la comunicazione nel XXI secolo e le sfide del prossimo triennio

di Ruggero Calò

Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15).

In questa frase la Chiesa riflette se stessa, la sua missione evangelizzatrice e il dovere della predicazione. Alla luce di tale immutata esigenza, gli strumenti della comunicazione sociale sono tra le cose meravigliose citate già nel decreto Inter Mirifica che apre la serie dei documenti emanati dal Concilio Vaticano II. Al tempo del Concilio i prodotti della tecnologia permettevano al mondo di far vivere in tempo reale gli avvenimenti. Oggi radio, televisione, carta stampata sono stati affiancati, in qualche caso superati, da altre cose meravigliose: computer, internet, cellulari e siamo di fronte ad una rivoluzione che all’epoca dell’Inter Mirifica era solo all’inizio, ma che allora, come attualmente, con modalità diverse, incideva profondamente sulle mentalità e gli stili di vita.

Un sottile filo conduttore che parte dal Concilio Vaticano II, prosegue con Paolo VI che, nell’Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi del 1975, pur se in un panorama ancora diverso dall’attuale, ricorda come sia importante “vivere il tempo”, servendosi di tutti i mezzi a disposizione per continuare ad evangelizzare, perché “la Chiesa si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati; servendosi di essi «predica sui tetti» il messaggio di cui è depositaria; in loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito. Grazie ad essi riesce a parlare alle moltitudini”.

Un filo che si lega anche al magistero di Papa Giovanni Paolo II: Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono «tra le cose meravigliose» — «inter mirifica» — che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità e sul nostro destino di figli suoi, eredi del suo Regno eterno”.

I mezzi di comunicazione diventano “strumento” prezioso, il senso della Chiesa è nell’annuncio del Vangelo, come Papa Francesco torna a ripetere nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, al punto che la missione evangelizzatrice “È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere …Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo” (n. 273). Annuncio che va fatto con la consapevolezza di quello che è il nuovo linguaggio dei mezzi di comunicazione sociale, attraverso opere pastorali vive, dinamiche e capaci di testimoniare amore e misericordia.

Papa Francesco ci invita, dunque, a «recuperare la freschezza originale del Vangelo», trovando «nuove strade» e «metodi creativi».

Con questa rinnovata forza e convinzione l’Azione Cattolica Diocesana di Pisa prosegue il percorso di cura dei canali informativi, già avviato nello scorso triennio con l’InformAC, la pagina web e l’utilizzo dei social network, con rinnovato impegno che si concretizza principalmente in una maggiore sinergia fra tutte le fonti di informazione, consapevoli del fatto che la nostra Associazione si rivolge ad un pubblico completamente trasversale: dai “nativi digitali” a chi, nella carta stampata dell’InformAC, trova e continuerà a trovare le esperienze e le riflessioni della nostra vita associativa.

Il nuovo percorso “comunicativo” dell’AC Pisa ci porterà verso due direzioni fondamentali: la prima prevede un maggior coinvolgimento non soltanto di tutti i centri (Adulti, Giovani, Ragazzi) e movimenti (MSAC, MLAC) ma anche un coinvolgimento più capillare dei Vicariati e delle Parrocchie; la seconda direzione ci porterà non solo a raccontare e documentare i trascorsi della nostra vita associativa ma ad analizzare notizie ed eventi in tempo reale, proporre approfondimenti e notizie attraverso il nostro sito web ed i profili Twitter e Facebook.

Questo numero di InformAC è già una prima novità, completamente rinnovato, un numero “zero”, ancora una fabbrica in cui costruire sempre di più i nostri, contenuti e raccontare il nostro essere “con la Chiesa e nella Chiesa” diocesana. Iniziamo con una piccola grande novità intanto: l’InformAC ci raggiungerà a casa nella nostra buca delle lettere oppure in formato digitale nella nostra e-mail, una piccola rivoluzione ed un grande sforzo per “raggiungere tutte le periferie”.

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