Ritiro spirituale? Oggi significa mettersi in cammino
Resoconto di una due-giorni animatori “da brivido”
Se vedi la tua strada distesa
davanti a te, puoi essere certo che non è la tua strada. La tua strada la costruisci passo dopo passo. E’ per questo che è tua.”
[Joseph Campbell].
Un animo attivo non può accontentarsi di ciò che gli viene detto, deve verificare; un’intelligenza curiosa non si accontenta, si domanda; un giovane in cerca di risposte non può attendere: deve muoversi! Arriva un momento in cui sentiamo il bisogno di dirigere i nostri passi alla ricerca del nostro posto, in ricerca del significato della nostra vita: ma come si fa? Niente di più semplice: mettersi in cammino. Spesso fisicamente.
Il 16 e 17 novembre anche noi animatori dell’ACR della Diocesi di Pisa abbiamo deciso: è ora di cambiare strada, di non seguire la opprimente routine quotidiana; è tempo di dirigere i nostri passi più in alto, più lontano, cogliendo l’occasione di disegnare di persona la nostra strada. Per iniziare un cammino, ogni occasione è quella buona, perché “chi cerca trova”. Per noi questa occasione si è presentata come un “ritiro spirituale”, due parole che oggi a qualcuno possono far venire l’orticaria solo a sentirle, specialmente tra i giovani, e che invece hanno un’attualità incredibilmente viva. Il ritiro per noi è stata una casa in mezzo ai boschi, che abbiamo riscaldato con la nostra amicizia e il nostro entusiasmo, perché la stufa diciamo che non ci ha aiutato. E’ stato condivisione, biliardino, risate, giochi di carte all’una di notte. E’ stato preghiera: una riscoperta di una dimensione che spesso non riusciamo a capire e che invece è così bella e misteriosa. È stato Eucarestia svolta nella semplicità di un ramo di abete, che ci ha fatto dimenticare le parole e concentrare sul perché. Fiore all’occhiello di questi due giorni insieme, l’attività: mettersi in cammino non è facile, ma per fortuna qui ho trovato chi è riuscito a spiazzarmi, a farmi riflettere in uno specchio più realistico di quelli a cui siamo abituati, in cui ho intravisto una parte di me che invece resta sempre nascosta. La risposta alle nostre domande spesso ci fa sospettare di non aver capito completamente la domanda: “quale è il mio sogno?”; “ciò che mi interessa di più in assoluto?”, e che ciò che pensiamo davvero in realtà sfugge anche a noi stessi. Immersi nella natura abbiamo riflettuto sul nostro rapporto con Dio, consolati dagli esempi di Giobbe, che vivendo innumerevoli difficoltà se la prende con Dio, di Geremia, che ha paura di non riuscire e vorrebbe mollare la spugna, e di altri ancora. Domanda chiave: “quale è la mia vocazione?”.
Siamo saliti sul monte con delle domande; siamo scesi con più domande di prima. E questo è un buon segno: il nostro cammino è iniziato! Stiamo disegnando la nostra strada, alla ricerca di un senso, alla ricerca del nostro sogno, della nostra vocazione. Abbiamo fatto il primo passo, adesso bisogna continuare a camminare, insieme a chi ci cammina accanto, e a chi ci precede. A tal proposito vorrei ringraziare, a nome di tutti gli animatori, Rossella e Matteo, che in tutti questi anni hanno dedicato la loro vita agli altri, e che sono riusciti a mettere in cammino molte persone, cambiando la loro vita. L’ultimo pensiero va a Don Luca, la nostra guida spirituale, che ci accompagna sempre con l’entusiasmo, la bontà e l’umiltà di chi ha Dio nel cuore, e lo porta a tutti coloro che incontra. Grazie di cuore.
Lorenzo Nesti