VERSO L’ASSEMBLEA
A partire da questo numero e nei prossimi che ci separano dalla Assemblea elettiva diocesana (febbraio 2017) vogliamo raccogliere i contributi dei più recenti Presidenti diocesani. Un intervento prezioso per arricchire la riflessione pre-assembleare, cammino di memoria e al tempo stesso coraggioso futuro insieme, ci viene offerto in queste righe da Anna Maria Catarsi, presidentessa dal 2005 al 2008.
VERSO L’ASSEMBLEA: TRACCE DI POSSIBILI PERCORSI
Siamo in fase di programmazione del cammino assembleare che chiede, ogni volta, all’associazione, attraverso il coinvolgimento di ogni suo iscritto, di rivisitare le iniziative fatte, valutandone l’efficacia alla luce degli obbiettivi fissati tre anni prima. Nello stesso tempo, dopo un’attenta analisi delle risorse e dei bisogni, è il momento di tracciare gli obiettivi per il successivo triennio. A dire il vero una programmazione triennale appare un tempo troppo limitato per portare a piena attuazione scelte di grande respiro. Questo, però, è ciò che ad oggi chiede lo Statuto dell’AC. Fatta questa considerazione, c’è da dire che il cammino assembleare è e deve essere un momento forte di coinvolgimento e di crescita che interpella ogni associazione parrocchiale. Quali aspetti previlegiare per rispondere alla precisa vocazione del cristiano ad essere “lievito” nella pasta del mondo che è poi, anche, il DNA dell’associazione? Io mi sento di dire in modo deciso che occorre investire nella educazione e nella formazione. Formazione a 360 gradi per fare sì che ogni uomo/donna/giovane abbia gli strumenti necessari per esprimere al meglio i propri carismi. Una coscienza formata è in grado, “cum scienza”, di prendere decisioni e assumersi responsabilità che vanno ad essere ricchezza per la chiesa e per la società civile. Associazione di laici, l’AC ha una vocazione “al servizio”, agito “fuori” dai “recinti del sacro”, pur attingendo valori e gratuità da un’esperienza di fede vissuta in una Comunità di credenti e alla luce di una Parola che chiede, in ogni tempo, di essere fatta Carne, cioè resa dono per il mondo. Non è compito dell’AC offrire “vice-parroci”, né di esprimere il meglio di sé nelle sagrestie. Ha la missione, invece, di preparare cristiani in grado di mettersi in gioco per crescere in umanità con tutti gli uomini e le donne con i quali sono chiamati a camminare, sapendo che a vocarli a questo tipo di testimonianza è Dio stesso dalla cui Parola traggono forza e nutrimento. E quanto bisogno ha la Chiesa di credenti che sappiano parlarle delle “…gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi” (Gaudium et Spes, 1)! E quanta necessità c’è nella società di persone che si dedichino al BENE Comune mettendo a servizio di esso competenze e gratuità. Mi viene da pensare a quanti uomini politici o professionisti di grande spessore ha dato l’AC al nostro paese. Certamente avevano delle capacità personali rilevanti, ma quanto ha contribuito alla loro formazione il lavoro oscuro di tanti animatori attenti a discernere le potenzialità per farle crescere, offrendo stimoli, creando spazi di discussione? Qui si pone il problema di come scegliere i Formatori e di come farli crescere in questo servizio. Si tratta di fare un’opera di discernimento attenta e responsabile che va a cogliere attitudini e motivazioni e segue il cammino personale di ciascuno. Quanto è facile e un po’ demagogico dire che “ci si forma sul campo”! In questo modo, solleticando l’orgoglio, si trova, spesso, manovalanza per tempi brevi, certamente utile a tappare i buchi, ma quanto capace? È evidente che è formativa anche l’esperienza concreta, ma sempre con l’affiancamento ed il tutoraggio di animatori esperti, già collaudati. È necessario studiare strategie educative per suscitare personalità che abbiano il coraggio e la gratuità di operare perché “altri” diventino migliori, più capaci, più responsabili. Per poter perseguire obbiettivi educativi così impegnativi occorre la presenza di una Comunità e di una Associazione che offrano humus e spazi, sostegno e condivisione. In questi tempi di cambiamento, vivendo nella chiesa tutte le sollecitazioni di un Papa straordinario, chiamati a decidere nella società civile su questioni importanti come la riforma costituzionale, c’è il bisogno di trovare sponde gratuite di consapevolezza e di responsabilità. Ed allora, andando al concreto dell’attualità, una proposta: in ogni Unità pastorale si promuovano letture di gruppo della Amoris Laetitia e della Riforma costituzionale, con il contributo di esperti, se necessario, con l’unico scopo di dare gli elementi per capire.
Anna Maria Catarsi