LA GIOIA DELL’AMORE IN FAMIGLIA
Intervista con Rita e Stefano Sereni, coppia cooptata in Consiglio Nazionale per l’Area Famiglia e Vita
Cari Rita e Stefano, innanzitutto grazie per aver accettato di parlare a caldo (sono solo poche le settimane che l’Esortazione postsinodale sulla famiglia è stata presentata) di un testo così ampio e articolato. Noi di AC di Pisa vogliamo prenderla ‘sul serio’, vogliamo farla perno della nostra programmazione del prossimo e dei prossimi anni, del Centro Adulti e dell’associazione tutta. Vi abbiamo posto, così, per iniziare, alcune domande:
L’ampia e articolata esortazione Amoris Laetitia, con le sue oltre 160 pagine, a chi si rivolge innanzitutto?
I destinatari sono chiari: Vescovi, presbiteri, diaconi, persone consacrate, sposi cristiani, fedeli laici. Questo l’elenco che troviamo appena dopo il titolo. Una riflessione sull’amore nella famiglia, per i cristiani, partendo dalle Sacre Scritture perchè gli diano un “tono adeguato” (AL 6). Ai soggetti sopra citati viene chiesto: di cercare in ogni “circostanza concreta” (AL 7) quello di cui la famiglia ha bisogno e di “continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali morali, spirituali e pastorali” (AL 2). L’Amoris Laetitia perciò si pone come punto di arrivo del percorso sinodale, marcando una notevole differenza rispetto ai documenti che l’hanno preceduta dal punto di vista del linguaggio, ma contemporaneamente come base per una nuova riflessione “onesta, realistica e creativa” (AL 2). L’esortazione è così ampia e articolata perché non è, come magari alcuni si aspettavano, una lista di soluzioni a determinati problemi o magari soltanto al tema della comunione ai divorziati risposati, ma è uno sprone al discernimento delle situazioni e a rispondere rispetto a quanto lo Spirito indica in quel determinato luogo e in quel determinato momento. L’Amoris Laetitia non da risposte a “coloro che preferiscono una pastorale rigida che non dia luogo ad alcuna confusione” (AL 308) perché, continuando ad usare le parole del Papa “Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla famiglia” (AL 308)
In che rapporto si pone con l’anno giubilare straordinario della Misericordia?
Il tema della misericordia è assolutamente centrale per il cristiano. Dobbiamo farci compagni di viaggio e comprendere le fatiche, le gioie, i drammi, i limiti delle persone che incontriamo lungo la nostra strada. Per fare questo abbiamo bisogno di usare misericordia ma soprattutto dobbiamo essere capaci, con la nostra vita, di narrare la misericordia che Dio sta usando verso di me, accogliendo la mia umile storia.
Quale il tratto più significativo del ‘Vangelo della Famiglia’ contenuto nell’esortazione?
I tratti sono molteplici ma se dovessimo sceglierne uno crediamo che la buona notizia sia quella che tutte le famiglie trovano posto nel cuore di Dio e perciò della Sua Chiesa. Questo non vuol dire che i peccati sono azzerati ma che la lentezza dell’ira di Dio ci darà sempre la possibilità di tornare al bene ed essere nella Sua grazia. Ognuno di noi, nonostante il peso di qualche peccato, deve sentirsi accolto e deve farsi ospitale verso le altre famiglie. Se Dio giudica con lentezza perché noi dovremmo farlo con tanta rapidità?
Quale attenzione e stimoli formativi, soprattutto per un’associazione come l’AC, presenta a riguardo dei giovani e dei fidanzati nello specifico?
Non crediamo ci siano stimoli diversi o nuove attenzioni per la nostra associazione, siamo però chiamati a un maggiore sforzo nel discernimento spirituale e a una buona dose di coraggio per intraprendere alcune strade che il Signore ci indica. Non abbiamo ricette e dopo l’Esortazione la cosa che dobbiamo fare è quella di non proporne di “centralizzate” ma di chiedere ad ogni Chiesa locale, ad ogni associazione, di pensare concretamente a cosa proporre alle persone reali che incontra, iniziando con il togliere quello che non è essenziale e appesantisce il passo. Questo richiederà molto coraggio!
L’esortazione si conclude, un po’ sorprendentemente, non con raccomandazioni ma con l’invito rinnovare la spiritualità familiare? Perché? In quale direzione?
Una cosa molto interessante e di grande insegnamento è quella di vedere L’Amoris Laetitia all’interno del cammino sinodale. Scoprire quanto possa essere diversa dai documenti che l’hanno preparata ci fa comprendere meglio la sua portata di novità reale. La conclusione non poteva essere diversa perché, se la famiglia è “una Chiesa domestica e una cellula vitale per trasformare il mondo” (AL 324), “soggetto dell’azione pastorale attraverso l’annuncio esplicito del Vangelo” (AL 290) essa DEVE seguire il volere dello Spirito, comprenderne i messaggi e metterli in pratica attraverso “migliaia di gesti reali e concreti” (AL 315). Questo vuol dire che la normalissima vita familiare di ogni giorno, le piccole attenzioni verso gli altri, il “contemplare ogni persona con gli occhi di Dio” (AL 323), “l’ospitalità” di un invito a cena (AL 324) sono già il rendere presente Gesù nel mondo. Non servono tantissimi altri impegni, occorre “solamente” sostenere un serio discernimento spirituale dei componenti della famiglia.
Che cosa può concretamente fare la nostra associazione con percorsi diocesani e nelle parrocchie per sostenere situazioni di fragilità e realizzare percorsi di penitenza, di discernimento, di reinserimento ecclesiale per le delicate situazioni di coniugi separati o risposati?
La linea dell’AC è chiara da tempo. Nel novembre 2013 nel corso del Seminario dell’Area Famiglia e Vita dal titolo “Nessuno si senta escluso” l’AC ribadì che il suo compito non era quello di creare percorsi per chi viveva situazioni delicate o era alle prese con gravi ferite ma percorsi con queste persone. Sappiamo che in alcuni periodi chi vive la fase acuta della ferita ha bisogno di un intervento “specializzato”, un confronto con chi sta vivendo o ha vissuto la stessa esperienza ma non crediamo sia il nostro compito prioritario, a noi spetta di farci carico dell’accoglienza, della fratellanza, dell’ospitalità sempre. Le proposte dell’AC sono assolutamente aperte a tutti coloro che vogliano approfondire la propria fede, capire cosa lo Spirito gli chiede, riflettere sul proprio essere genitori, giovani, adulti, portando la propria vita nel gruppo indipendentemente dal proprio stato di vita.
Rita e Stefano Sereni