Dichiarazione di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Ac
Dichiarazione di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Ac
a proposito della visita di Papa Francesco al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa
L’Azione Cattolica fa suo il messaggio di coraggio e speranza consegnato a Strasburgo da Papa Francesco, per un’Europa che sappia crescere nella cultura dell’accoglienza, tutelare la vita e la famiglia, impegnarsi per la pace e la salvaguardia del creato. Un’Unione costruita non intorno all’economia ma alla sacralità della persona, e dunque capace di farsi carico dei più poveri, dei più fragili, e dare dignità a chi lavora e ai tanti che un lavoro lo cercano.
Con Papa Francesco, crediamo che non vada sprecata la straordinaria occasione offerta dall’essere oggi l’Unione Europea la migliore risposta alle sfide della globalizzazione, nella misura in cui l’Ue saprà essere sempre più il frutto di una reale cooperazione tra individui, popoli e Stati in grado di superare le frontiere dell’egoismo e gli steccati della diffidenza.
In ragione di ciò, come Azione Cattolica, la nostra scelta di frontiera è quella di un laicato, orientato a una cittadinanza cristianamente ispirata e laicamente declinata, impegnato a rilanciare la costruzione di un’Europa delle opportunità, della solidarietà e dell’integrazione. Un’Europa da vivere e costruire come realtà effettivamente dialogica e comunitaria, spazio di giustizia sociale e di pace. Un’Europa saldamente collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture e di speranze.
Crediamo che l’Europa che Papa Francesco ci chiede di costruire sia uno “spazio” entro cui coltivare l’interesse per il bene comune, visto non come la somma degli interessi individuali, ma come ciò che unisce gli uomini di fronte alle sfide dell’oggi; riconsiderando il valore etico dei piccoli gesti quotidiani, accompagnando le persone verso orizzonti di responsabilità economica e sociale e aiutandole ad acquisire stili di vita compatibili con la tutela dell’ambiente e orientati alla custodia del creato; restituendo spessore alle nostre esperienze, profondità alle cose che facciamo, prospettiva ai nostri progetti, responsabilità al nostro impegno, con quella logica della gratuità, di cui il Vangelo è fondamento che dà dignità alle relazioni con le cose e con gli altri.
Roma, 26 novembre 2014