Dal Convegno della Chiesa Pisana: In ascolto della famiglia

3 - chiesa pisanaNell’anno del Sinodo sulla famiglia, in svolgimento dal 5 al 19 ottobre, anche la chiesa pisana, sollecitata dal suo Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, ha avvertito la necessità di un’approfondita riflessione sulla famiglia nell’epoca postmoderna. Col recente Convegno Ecclesiale Diocesano 2014 si è guardato alla realtà della famiglia oggi, sia da un punto di vista sociologico che ecclesiale. Dopo l’introduzione dell’Arcivescovo e la presentazione dell’icona della Sacra Famiglia venerata nell’omonima chiesa in Pisa, sono intervenuti in qualità di relatori i coniugi Laura e Claudio Gentili, membri dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia. Diversi sono stati gli argomenti da loro affrontati: dal mutare nel tempo dei diversi ruoli tra maschile e femminile, al crescere di un sempre maggiore narcisismo e individualismo, fino all’attuale paura del “per sempre”. La relazione si è poi sviluppata in chiave teologica, mostrando come solo la fede può tornare a unire quell’amore e quella fecondità che la tecnica e la scienza vogliono separare. I coniugi Gentili hanno concluso il loro intervento rilevando la necessità di accoglienza, ascolto e accompagnamento delle coppie, in qualsiasi situazione si trovino, nessuno sia lasciato fuori; occorre misericordia, ha affermato Claudio Gentili: «la misericordia non è un lasciapassare per la vita disordinata, ma un aiuto». Gentili ha inoltre affermato riguardo ai fidanzati, che non servono dei “corsi” (didattici) ma dei “percorsi” (esistenziali). Laura Gentili ha sottolineato che l’attenzione, la cura verso le coppie, può e deve avvalersi anche delle scienze umane e della psicologia. I coniugi hanno infine presentato la loro esperienza con gruppi di coppie seguite in questi anni attraverso “I percorsi di Betania”, strumenti che collegano teoria e pratica, antropologia cristiana e vissuti esistenziali delle persone. In seguito i circa trecento partecipanti, suddivisi in gruppi, sono stati invitati a esprimere domande, dubbi o approfondimenti da sottoporre ai relatori; ma è soprattutto nel pomeriggio che i gruppi, composti da sacerdoti e religiose della diocesi, giovani e adulti, sono stati chiamati a esprimere delle proposte pastorali attraverso un tweet rispondendo alla domanda: “Quale chiesa a misura di famiglia?”. Le varie proposte dovevano rispondere inoltre a tre criteri: “concretezza”, “fattibilità” e “capacità di generare comunione nella comunità”. Nei tweet elaborati dai gruppi alcune parole ricorrono ripetutamente: “accoglienza”, “relazione”, “valorizzazione” della coppia o del gruppo di coppie, “formazione” e “occasioni d’incontro con Cristo”. Far sì che le nostre “comunità divengano famiglie di famiglie” “corresponsabili” della comunità stessa. Una Chiesa che si prenda “cura” nel “rispetto” della “dignità propria di ogni figlio di Dio”, che “conosca e risponda alle esigenze concrete delle famiglie”. Questa la sintesi che emerge dai dodici tweet, uno per ogni gruppo, che al termine del convegno sono stati condivisi e consegnati all’Arcivescovo, il quale valuterà le iniziative da attuare, anche se già dall’anno pastorale appena iniziato si dovranno trasformare le riflessioni e le provocazioni in percorsi educativi (dell’ACR, dei giovani, degli adulti, delle famiglie), rispondendo concretamente a domande quali: come educare ragazzi e giovani al superamento di ogni forma di omofobia ma nella valorizzazione della diversità uomo – donna? Come riuscire a non conformarsi alla mentalità del mondo postmoderno e riuscire al tempo stesso a entrare in dialogo con esso? Come preparare animatori per gruppi famiglia? Come manifestare davvero attenzione alle ‘periferie esistenziali’? Quali gesti nell’eucarestia domenicale possono esprimere davvero l’accoglienza e la centralità della famiglia nella chiesa e fare della chiesa una famiglia di famiglie? Sarà questo il modo migliore per valorizzare la giornata del convegno condotta all’insegna del confronto sincero, aperto e ricco di spunti da parte di tutti i partecipanti, certo tornati nelle parrocchie più consapevoli e disponibili a realizzare in ogni comunità al più presto almeno un percorso con e per le famiglie, voluto e promosso dall’Arcivescovo.

Cinzia Ciacchini
Presidente AC di Cascine di Buti

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