Toniolo e l’ambiente pisano
Vi ribadisco il mio affetto e la mia fiducia, con il desiderio avvalorato dalla preghiera, che tutti insieme possiamo crescere nella santità ed essere capaci di quella testimonianza di cui è stato fedele interprete ed esemplare santo il beato Giuseppe Toniolo. È al suo esempio che vi chiedo di guardare con rinnovata attenzione, perché anche noi nel nostro tempo, come lui nel suo, possiamo essere testimoni della passione d’amore di Dio per ogni uomo e ogni donna chiamati ad essere collaboratori del Signore nella redenzione del mondo.
(l’Arcivescovo all’Assemblea elettiva diocesana 2014)
Il giudizio di Toniolo sull’ambiente pisano è in generale negativo dal punto di vista sia religioso che sociale: considera Pisa terra di missione. Tuttavia egli, a partire dal 1879, anno di inizio del suo insegnamento, si inserisce nella realtà pisana in modo efficace, anche se la sua opera e la sua fama superano i confini della città. La prima forma di contatto è la famiglia: famiglia aperta, che ospita parenti in difficoltà soprattutto durante la guerra mondiale, accoglie personalità ecclesiastiche e laiche, che conferiscono con il professore, e studenti che approfondiscono argomenti sociali e religiosi.
La forma più profonda di inserimento nella realtà cittadina è costituita dalla pratica religiosa: Toniolo frequenta quotidianamente la parrocchia di S. Martino per la S. Messa e le cerimonie liturgiche, e, a scadenza settimanale, la chiesa di S. Torpé, dove risiede il suo confessore e direttore spirituale, p. Pio Bagnoli, i cui consigli segue scrupolosamente. La sua vita religiosa accompagna la scansione dell’anno liturgico e si arricchisce delle pratiche devozionali più comuni come la devozione alla Madonna e al S. Cuore. Testimonianza della sua vita spirituale sono le Memorie religiose.
Il terzo ambito di presenza in città è costituito dall’insegnamento universitario, interpretato come una missione. L’insegnamento è la sua attività fondamentale, che egli svolge con grande scrupolo, considerando gli alunni “sacro deposito”. Nell’ambito universitario egli incontra difficoltà di tipo ideologico e qualche ostilità personale, ma con la sua competenza e onestà acquista prestigio e rispetto anche da parte di colleghi ideologicamente avversi.
Il campo di intervento si allarga progressivamente con la partecipazione alle conferenze della S. Vincenzo de’ Paoli, poi con l’avvicinarsi progressivo all’Opera dei Congressi, prima a livello nazionale, poi a livello pisano, soprattutto dopo il 1896, data di fondazione dei comitati pisani. Dopo la crisi delle associazioni cattoliche nel 1898, egli si impegna attivamente in Pisa e provincia per la costituzione dei circoli democratici cristiani. Si delinea il contrasto con Romolo Murri in ordine all’interpretazione del concetto di Democrazia Cristiana e all’obbligo di seguire le direttive pontificie, cui Toniolo si adegua scrupolosamente. La frattura ha ripercussioni anche a Pisa, con il distacco di alcuni murriani di rilievo. La maggiore consonanza con l’ambiente pisano si attua durante l’episcopato di Pietro Maffi, a partire dal 1904, quando la diocesi di Pisa assume un ruolo nazionale nel campo del Movimento Cattolico, con la presidenza di Toniolo nell’Unione Popolare e la celebrazione delle settimane sociali. La prima è organizzata a Pisa da Maffi e Toniolo e celebrata a Pistoia nel 1907. La preziosa attività rivolta ai giovani trova qualche ostacolo da parte di organi di stampa cattolici conservatori. La riorganizzazione delle associazioni cattoliche, operata da cardinal Maffi, ha il sostegno discreto ed intelligente di Toniolo, che difende l’esperienza del sindacalismo cattolico di fronte agli attacchi portati nel 1914 dalla Civiltà cattolica e fonda il Comitato pisano in favore degli emigranti. Altro impegno di Toniolo, coadiuvato dalla moglie Maria Schiratti e da p. Domenico Pechenino dei Lanteri, è la costituzione a Pisa dell’Unione Donne Cattoliche, che interessava soprattutto le “fabbrichine” di S. Michele, e le tessitrici di Vicopisano e S. Sisto al Pino. Di fronte al dramma della guerra mondiale Toniolo considera la guerra un castigo di Dio per le colpe dell’umanità, ma invita i giovani cattolici pisani a rispondere “presente” al richiamo della patria. L’ultimo suo progetto, per garantire la pace, è la fondazione di un Istituto di Diritto Internazionale a Roma sotto la protezione del Papa. Muore a Pisa il 7 ottobre 1818, assistito dai suoi angeli custodi pisani: l’arcivescovo Maffi, il parroco di S. Martino e il suo confessore carmelitano.
Giulio Fabbri