La delegazione Pisana alla XV Assemblea Nazionale di Azione Cattolica
Siamo partiti in tre da Pisa il pomeriggio del 30 aprile con l’Intercity 511 per Roma. Anche Matteo e Sara erano come me alla prima esperienza “romana” ma, nonostante la novità, eravamo tutti convinti fin dall’inizio che sarebbe stata una bellissima avventura.
Un viaggio un po’ particolare, a metà tra una trasferta di lavoro e una gita scolastica. Il tema dell’Assemblea era “Persone nuove in Cristo Gesù: corresponsabili della gioia di vivere” e, già in treno, i nostri vicini di scompartimento hanno avuto modo di percepire l’entusiasmo e la curiosità che ci animava e la gioia di partecipare e di far sapere che c’eravamo anche noi, diretti verso un appuntamento importante anche se ignorato dai giornali e dalle TV. Infatti, incuriosita dalla nostra conversazione e da come parlavamo di papa Francesco, si è inserita nei nostri discorsi una occasionale compagna di viaggio – Maria, diretta a Salerno da Genova – alla quale noi neo-delegati all’Assemblea abbiamo raccontato la nostra realtà di AC pisana, l’obiettivo del nostro viaggio e il nostro appuntamento del sabato successivo proprio con Papa Francesco. “Verrò a trovarvi a Pisa”, ci ha detto Maria quando ci siamo salutati!
Giunti a Roma e quindi alla Domus Pacis, sede dell’Assemblea, abbiamo avuto modo di constatare la dimensione dell’evento che ci aspettava: diverse centinaia di delegati, istruiti e istradati da decine di volontari e di “navette” verso gli alloggi delle Domus romane o degli alberghi vicini. Eravamo tantissimi e la capacità recettiva dell’Azione cattolica romana era messa a dura prova.
Dopo cena eravamo più di 600 persone alla veglia di preghiera per il lavoro dedicata, alla vigilia della Festa di San Giuseppe lavoratore, alla «Speranza nella precarietà». “Non si può permettere al mercato di fare macelleria umana e solo dopo intervenire” ha detto mons. Mansueto Bianchi – neo assistente generale di AC – nella sua riflessione. “Gratuità e misericordia devono essere le cifre di una sana economia, che sia per l’uomo e che abbia al suo interno spazio per la gratuità, dove ci sia attenzione per chi è fragile».
La mattina dopo sveglia alle 7, di corsa in navetta alla Domus Pacis e alle 8 in punto, in 800, abbiamo iniziato i lavori dell’Assemblea, con una S.Messa presieduta da mons. Mansueto Bianchi. Poi i saluti affettuosi e paterni di mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei. «Io vengo dall’Azione Cattolica» – ci ha detto – «una realtà ecclesiale che contribuisce a rendere bella la vita delle Chiese locali e della Chiesa italiana attraverso il contributo di un laicato associato, impegnato con i Pastori nello spirito del Concilio Vaticano II e che sa essere se stesso secondo il dono ricevuto nella piena corresponsabilità».
Sono poi ripresi i lavori dell’Assemblea, con la relazione del presidente Franco Miano. Ci ha ricordato che «Non è più il tempo dell’analisi. Politica, parti sociali e comunità cristiana facciano la loro parte per sanare i divari strutturali del nostro Paese». Oggi – ha sottolineato Miano – «C’è un grande bisogno di ritrovare le ragioni profonde della vita e di pensarsi legati gli uni agli altri. Di raccogliere l’invito di papa Francesco ad “uscire” e ad andare incontro alle persone». Poi il dibattito in sessione plenaria quindi la presentazione del documento assembleare.
Dopo cena ci ha raggiunti Dario, che io continuavo a presentare agli altri delegati come “il mio presidente” (ma lui non voleva!). C’è da dire che il clima che si respirava, con la presenza di tanti giovani, ci portava con facilità all’incontro con gli altri: triestini, cesenati, spezzini, lucani, milanesi, pistoiesi, salernitani, vicentini… persino coi livornesi abbiamo fatto amicizia! E li portiamo tutti nel nostro cuore! Sono state giornate davvero intense e vissute in una atmosfera speciale. Tanto che una volta ci siamo guardati tra noi e ci siamo detti: “Ma quanto tempo è che siamo qui?”; sembrava infatti essere lì da una settimana, tante erano le attività e tante le persone che via via conoscevamo!
Intenso è stato anche il giorno successivo, iniziato con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che nell’omelia ha sottolineato: «L’Azione Cattolica è anche oggi fortemente interpellata dall’invito che il Papa fa alla Chiesa intera: uscire verso le periferie esistenziali. Coraggio, allora! E apritevi ancora di più alla condivisione con la gente delle vostre parrocchie, dei poveri soprattutto».
La giornata è quindi continuata con i gruppi di studio per l’analisi del documento assembleare. Sono stati presentati tanti emendamenti, dei quali solo 35 sono stati approvati. E grande è stata la nostra “pisana” soddisfazione quando è stato approvato uno dei nostri. Volevamo infatti che, nel capitolo dedicato alla famiglia, venissero citati gli sposi come custodi e portatori del dono dell’amore di Dio nella comunità cristiana e nel mondo. («Saluto Cristo Signore presente in ogni coppia di sposi qui convenuti», Paolo VI, Castelgandolfo, 1969).
La giornata conclusiva, sabato 3 maggio, è stata davvero memorabile! Sveglia alle 5:45, alle 7 eravamo già in Vaticano – insieme con Michela, partita in treno da Pisa alle 2 – a ritirare i passi per gli altri 30 pellegrini pisani di AC: don Vivian, i presidenti parrocchiali, altri associati e simpatizzanti che, sotto la speciale supervisione di Renato, il giorno precedente erano partiti con un autobus da Pisa. Quindi insieme con Valter e don Giovanni venuti in macchina da Barga viaggiando di notte, ci hanno tutti raggiunti alle 8 sotto il colonnato del Bernini. Quasi un miracolo! Pioveva e, sotto il magnifico colonnato, abbiamo pazientemente atteso che si aprissero i cancelli per entrare nella Sala Paolo VI e incontrare papa Francesco.
E lo abbiamo davvero incontrato… insieme con altri 7.000 presidenti e assistenti parrocchiali d’Italia!
Ma questa è un’altra storia, da raccontare a parte!
Lorenzo Mastropietro
presidente diocesano Azione Cattolica