In ascolto del nostro Arcivescovo
Nello scorso numero abbiamo pubblicato una prima parte dell’intervento dell’Arcivescovo all’assemblea elettiva del febbraio 2014. Completiamo adesso con il tema del “tempo favorevole” e dello stile da acquisire, in vista di una piena maturazione umana e spirituale.
“Se da una parte viviamo in un contesto contraddittorio ed esposto ad ogni vento distruttore, contemporaneamente sta sempre più crescendo il bisogno di riferimenti certi e sicuri”. Dopo un tempo in cui “ci siamo adattati troppo a messaggi equivoci che possono andar bene per tutti e che in realtà non vanno bene per nessuno”, ora siamo di fronte ad una “ricerca di senso e di significato e soprattutto di persone che siano veri testimoni di ciò che dicono”. “Occorre rispondere con lo stile della semplicità e dell’autenticità, con proposte fraterne e convinte; con la disponibilità dell’accoglienza che non discrimina e non polemizza e anche quando è fondamentale affermare la verità non lo fa mai strumentalizzandola, bensì presentandola con lo stile della carità”. “Non è affatto vero che la gente rifugge da proposte esigenti. È vero il contrario: la gente è stufa di proposte senza senso nelle quali tutto è ridotto al minimo e nelle quali non c’è alcun anelito di bellezza. (…) La gente rimane affascinata quando le si propone la verità nella sua semplicità disarmata e ricca di amore. Tutto ciò ci dice che il momento che stiamo vivendo è prezioso perché offre opportunità all’annuncio e alla testimonianza del tutto nuove e impensabili solo pochi anni or sono”. “È sicuramente più difficile che non nel passato, ma insieme alle difficoltà ci sono anche tante possibilità che prima non c’erano”: oggi solo gli ambiti della pseudo-cultura, divenuti ideologici e staccati dalla realtà, rifuggono il bisogno della proposta di fede. “La gente, al contrario, sta cercando riferimenti”.
“Quanto detto mette in evidenza il bisogno di un lavoro formativo personale e comunitario – associativo – sempre più serio, attento e lungimirante, capace di un rinnovato stile missionario”. “È fondamentale ad esempio che nelle vostre associazioni si faccia una seria lettura della Esortazione Apostolica ‘Evangelii gaudium’. Un testo” che “ha il coraggio di mettere a nudo i limiti che stiamo vivendo come Chiesa e che spesso impediscono il cammino”. Dal Papa e dal suo testo accogliamo “lo stile dell’immediatezza, della semplicità, della essenzialità, della fedeltà assoluta al Vangelo e al popolo di Dio”. “Questo lavoro di formazione personale e comunitario (…) deve sempre più ancorarsi in una pedagogia della santità, stabilita sulla base di una umanità piena e matura. Maturità umana e maturità cristiana, infatti, sono inseparabilmente unite tra di loro e debbono essere curate e fatte crescere insieme. È ovvio che dobbiamo chiederci se questa attenzione vivifica le nostre associazioni di Azione Cattolica”, se ci stiamo spendendo per questa formazione integrale, specie dei giovani. “Posta questa base indispensabile potremo impegnarci in maniera ancora più specifica a centrare la formazione personale degli aderenti all’AC sulla preghiera con l’ascolto della Parola di Dio ed una vivace vita sacramentale, sulla partecipazione attiva e assidua alle iniziative pastorali diocesane e parrocchiali e su uno stile di vita” rivolto all’essenziale e aperto alla carità. Per “forgiare dal di dentro cuore e spirito degli associati” mai dedicarsi troppo “alle formule e regole associative” poiché il fine dell’Associazione è altro: dedicare “tempo ed energia per la vita di fede e per l’esercizio della missione”. Rimangano come obiettivi “la formazione di tutti i membri e in particolare dei Responsabili e dei Formatori”, “la continuità della proposta formativa che abbraccia tutte le età della vita e può assicurare l’integralità formativa”, “lo stile di vita della comunione, non solo al proprio interno, ma (…) con chi nella Chiesa ha il compito di pastore e con tutti gli altri fratelli in Cristo, in particolare con le altre associazioni cui sono riconosciute le note dell’ecclesialità, sviluppando rapporti di stima, di fiducia, di affetto e di collaborazione nel rispetto delle reciproche differenze”.
Infine un augurio: sappiate “accrescere il vostro bagaglio con una rinnovata speranza e una piena fiducia nella grazia del Signore per guardare a questo nostro tempo con occhi e con cuore sereno nella consapevolezza che ogni tempo e ogni stagione è sempre tempo e stagione di grazia in cui il Signore è all’opera e ci chiede di esercitare la nostra responsabilità per la salvezza di tutti. (…) Buon lavoro!”
La Redazione