Progetto Giovanissimi
La Chiesa Italiana, nei suoi orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, invita ognuno di noi a sentirsi coinvolto nella missione educativa della Chiesa. Noi Giovani di Azione Cattolica viviamo questa sfida educativa in primo luogo in rapporto ai giovani della nostra diocesi.
Sono passati esattamente due anni da quando con queste parole proponemmo come Giovani di AC l’idea di un percorso a lungo termine per aiutare parrocchie, unità pastorali e vicariati della nostra Diocesi a costruire e mantenere percorsi di formazione e di crescita umana e spirituale per i giovani durante e dopo gli itinerari di catechesi. Ci proponevamo cioè di portare lo stile formativo della Associazione a quei giovanissimi che, ricevuto il Sacramento della Confermazione, si ritrovano in molti casi senza poter continuare la loro crescita nella Chiesa. Il che corrisponde spesso ad un allontanamento dalla Fede, considerando la giovanissima età in cui termina, nella maggioranza dei casi, la catechesi prima dei sacramenti (cioè 13-14 anni).
Mi ricordo di quando, davanti all’Arcivescovo e ai nostri sacerdoti, descrissi, balbettando dall’emozione, questo progetto, le necessità che lo ispiravano e la disponibilità che offrivamo noi Giovani, talvolta forse non consapevoli di ciò in cui ci stavamo imbarcando, per iniziare questa avventura. Alla fine dell’assemblea del Clero alcuni parroci si avvicinarono, si proposero per iniziare questo cammino. E così cominciammo.
Certo, la difficoltà fondamentale era e resta quella del rapporto educativo. Non è facile relazionarsi a ragazzi che non si è avuto modo di conoscere prima, e che si vedono arrivare degli estranei (per quanto infinitamente simpatici!!); e una tale difficoltà, in questo percorso, si presenta anche per il rapporto con gli educatori delle parrocchie, con i quali abbiamo instaurato un fraterno rapporto di reciproco arricchimento e di condivisione della missione educativa.
Papa Benedetto XVI ci mise in guardia pochi mesi dopo l’inizio del progetto con il suo messaggio per la pace 2012, ribadendo che il rapporto di educazione «si nutre dell’incontro di due libertà, quella dell’adulto e quella del giovane. Esso richiede la responsabilità del discepolo, che deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà, e quella dell’educatore, che deve essere disposto a donare se stesso. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone».
Papa Benedetto ci evidenziava la necessità che gli animatori per primi continuino a formarsi, senza ritenersi “arrivati”, e che tutti noi, tutta l’Associazione, e, penso di poter dire, tutta la Chiesa, riusciamo a mantenere uno sguardo lungi-mirante, sia nel tempo che nello spazio; nel tempo, pensando ai ragazzi che incontriamo oggi come ai Cristiani adulti di domani; nello spazio, coinvolgendo le persone che conosciamo, anche gli adulti, senza l’imbarazzo dell’essere scomodi e di rompere la routine nel proporre loro di aiutarci in questo cammino.
Dopo l’estate continuerà il progetto di accompagnamento di parrocchie e unità pastorali, e cercheremo anche di potenziarlo; sarà probabilmente necessario raccordare meglio le varie esperienze sia con le attività diocesane, in particolare con la Pastorale Giovanile, sia a livello Associativo, con l’unitarietà che ci caratterizza; una occasione di verifica potrà anche essere costituita dalla Visita Pastorale che il nostro Arcivescovo realizzerà nei prossimi mesi.
Di sicuro non mancheremo di tenervi aggiornati… comunque supportateci e non perdeteci di vista!
Paolo Rametta