Il Camposcuola A.C.R. con Davide, un Piccolo Grande Re

Quest’anno il camposcuola a Pian degli Ontani dall’8 al 14 Luglio si baserà sulla storia di re Davide. Questi viene scelto da ragazzo per sostituire Saul, l’infedele re di Israele. Davide sconfigge il campione dei nemici filistei, il gigante Golia, attirandosi le simpatie del popolo e la gelosia folle di Saul. Il ragazzo farà amicizia con Gionata, il figlio del re e questo episodio, per me tra i più significativi, lo riporto qui di seguito.

«Con il passare del tempo trovai un amico prezioso: Gionata, figlio di Saul, il quale non vedeva di buon occhio la nostra amicizia. Un giorno stavo suonando la cetra davanti al re nella sala del trono. Vedevo che era silenzioso e rimuginava in continuazione. Non sapevo quali pensieri scuri gli passassero nella mente. Mi fissava. Dal suo sguardo, sembrava un cumolo di nuvole nere pronte a esplodere in un tuono. Suonavo con gli occhi chiusi, quando ad un certo punto sentii qualcosa che mi sfiorò la fronte come un soffio di vento. Aprii gli occhi e vidi una lancia conficcata nella parete e il re ansimante con la faccia arrossita e la mano che gli tremava. Morto. Mi voleva uccidere. Dissi tutto a Gionata. “Calmati, domani pranzerò con mio padre e cercherò di capire le sue intenzioni” mi rispose. Il giorno dopo durante il pranzo Saul chiese: “Davide dov’è?”. “Non lo so” rispose Gionata, fingendosi noncurante e continuando ad addentare la coscia di un agnello arrosto. Il re proruppe in un grido e rovesciò il tavolo per terra. Lo afferrò per il vestito e gli urlò in faccia: “Te lo vuoi ficcare in testa, figlio di un cane, che finché è vivo tu non diventerai re? Lo vuoi capire che ti vuole soffiare il posto?”.

Camposcuola ACR 2“Si, te ne devi andare”. Quando me lo disse, Gionata aveva la voce strozzata dal pianto. Scappai con pochi altri soldati che mi erano fedeli. Seppi che il re aveva cominciato a darmi la caccia. Una notte ero seduto davanti al fuoco con i miei uomini. Nessuno aveva voglia di parlare. Eravamo lontano da casa, dalle nostre famiglie. Nel silenzio si sentiva lo scoppiettare del fuoco e l’eco di ululati lontani. Ad un certo punto sentii il rumore di passi furtivi. “Vado io” dissi agli altri. Stringevo il pugnale nella mano e mi faceva male. Nascosto dietro la parete della montagna c’era qualcuno. Rimasi immobile per vari minuti. Interminabili. Alla fine lanciai un grido e mi scaraventai verso la figura di un uomo nella penombra. Mi respinse via con forza. “Fermati!”, gridò. “Gionata! Che ci fai qui?”. Parlammo a lungo di quello che stava succedendo a corte. Alla fine mi abbracciò dicendomi. “Sarai tu a diventare re, Davide, e io ti servirò”. Quando me lo disse, tremavo. Un amico vero.

Venne il giorno della battaglia con i filistei. Saul sapeva che avrebbe perso eppure volle combattere lo stesso. Sembrava un cavallo lanciato a corsa che si stava per gettare dalla scogliera trascinando con sé tutta la mandria. Ad un certo punto in una radura si trovarono lui e Gionata, circondati dai soldati nemici. Come agnelli di fronte ad un branco di lupi erano spacciati. Mi vennero a riferire quello di cui avevo più paura. Gionata era morto. Gionata, amico mio. Da qual momento speravo che la pioggia non scendesse più sui monti Gelboe, su quella terra che aveva bevuto il tuo sangue. Eri più veloce di un’aquila quando scende in picchiata sulla sua preda. Più forte di un leone in una spianata quando ruggisce, illuminato dalla luna. Gionata, ti ho perso. Questo dolore mi serra la gola. Mi portarono la corona di Saul. La accarezzai a lungo. C’erano ancora i segni delle frecce e le macchie di sangue. Lentamente la sollevai e la posi sul mio capo. Ero il re.»

Don Luca Facchini

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